
Chi siamo noi
Giancarlo VottaNata e cresciuta a Caracas, Venezuela, Valeria Lo Curto arrivò a Milano nel 2019, tornando, così, nel paese dove una volta nacquero i suoi genitori, che, costretti a lasciare l’Italia...
Showroom di arte, cultura e opere artigianali latinoamericane con sede a Milano.
Oltre a voler soddisfare il
bisogno e la ricerca di novità dei milanesi, a Legado siamo convinti che il
mondo sarebbe un posto migliore se le persone potessero vivere di ciò che sono
capaci di fare con le proprie mani.
Crediamo profondamente
nell'importanza di tornare alle origini e vorremmo far apprezzare anche nel
vecchio continente il lavoro artigianale, unico e irripetibile, di una vivace cultura
dell’America Latina.
Legado, in spagnolo, è una parola con diversità nel suo significato, può avere tanti sinonimi: storia, patrimonio, passato e addirittura anche presente e futuro; ma vuol dire anche legame, nodo, connessione. Tutto questo si riflette nei nostri popoli indigeni, che nonostante la colonizzazione e la perdita di tante loro tradizioni originarie, mediante i tessuti, sono riusciti a mantenere la loro ricchezza nelle mani delle nuove generazioni, e rimanere comunque connessi alle loro indimenticabili origini, al loro Legado.
Nelle diverse comunità che abbiamo visitato, le donne sono sempre all’incarico del lavoro artigianale, quasi esclusivamente. Da tanti secoli, rimane un mestiere passato da madre a madre. Fin da molto piccole, le ragazze vengono istruite nell’ambito tessile: nascono, crescono e diventano donne assieme a questa loro tradizione.
Le donne di La Guajira e San Jacinto, in Colombia, hanno la responsabilità culturale di tramandare e preservare la loro eredità tramite i loro tessuti. Ma non solo, sono anche a capo del loro business a tutti gli effetti: gestiscono gli affari, organizzano gruppi e associazioni dentro le loro regioni per aiutarsi a vicenda, e controllano che tutti gli aspetti essenziali dell’attività siano messi in regola.
Nel libro più recente della scrittrice cilena Isabel Allende, “Mujeres del alma mía”, l'autrice sottolinea: “Uno dei modi più efficaci per avere un impatto positivo nel mondo è investire nelle donne. Nelle regioni più bisognose, le madri utilizzano il proprio reddito in famiglia, mentre gli uomini ne destinano solo un terzo… Se la donna ha potere decisionale e redditi propri, la situazione della sua famiglia migliora; se le famiglie prosperano, la comunità progredisce e per estensione il Paese”.
Abbiamo l'onore di vivere a Milano, una delle città più belle d'Europa dove convivono il mondo della moda, del design e dell'arredamento. Queste tre aree si mescolano tra di loro, creando uno stile proprio, diverso da quello che potrebbe offrire qualsiasi altra capitale del continente. Milano è unica, è all'avanguardia ed è per questo che è costantemente alla ricerca di qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, qualcosa che la sorprenda. Ci sono voluti solo pochi decenni perché Milano diventasse ciò che è oggi: la capitale del design in tutti i suoi aspetti.
Legado, un progetto latinoamericano con origini italiane, ha compreso quel bisogno di innovazione, l'ha sentito dentro la città, abbiamo visto in lei un canvas vuoto, dove il nuovo, il lineare, il pulito e il minimalista del design moderno si può collegare alla tradizione, il colore e l'allegria delle nostre culture indigene.
L'origine dell'"HAMACA" e il "CHINCHORRO" si trova nelle popolazioni indigene dell'America Centrale, dove erano utilizzati come reti da pesca. Gli indigeni pescatori iniziarono ad usarli come letto, per riposare o dormire nelle attività di pesca in luoghi lontani dalle proprie abitazioni. Essendo originalmente attrezzi da pesca, le hamacas e i chinchorros non erano fatti di fili, ma di resistenti fibre vegetali annodate fortemente tra di loro. Venivano appesi ai tronchi, e i pescatori dormivano sospesi nell'aria.
È facile confonderli. Il chinchorro è realizzato dalla tribù Wayuú di La Guajira, ed è un patrimonio a cui loro ci tengono tanto. Il chinchorro viene assemblato su un telaio verticale e i nodi vengono formati uno ad uno, dalle artigiane.
Per quanto riguarda le hamacas, il processo è più veloce. Vengono assemblate anch'esse su un telaio verticale, ma la costruzione della base è fatta con un pezzo di legno che preme i fili fino a farli diventare un tessuto.
Le borse, chiamate “mochilas”, sono un prodotto artigianale della tribù Wayuu. Le tessitrici lavorano con un ferro da cucito partendo dal piatto o dal basso, continuano lungo il corpo e completano con la fascia o nastro. I pompon e gli altri elementi decorativi vengono aggiunti alla fine.
Le variazioni nelle dimensioni, nei disegni e nei colori sono infinite. C'è la “Playera”: quella adatta per andare al mare, c'è la "Susú": ideale per viaggiare, la "Tradicional", la "Chiquita" e la "Mini". A manico doppio o singolo, corte o lunghe... Ma ciò di cui le artigiane si occupano di più è che siano tessute con un solo filo e che vengano mantenuti i disegni tradizionali “Kanasü” della cultura Wayuu.
Una “mochila” ben fatta deve poter "sedersi", cioè rimanere rigida anche quando è vuota. Il processo di unione della fascia al corpo deve essere impeccabile, curato nei dettagli, e i pompon o gli altri elementi superficiali devono avere corpo e vistosità. Questi pezzi hanno denominazione di origine e sono prodotti unici che possono essere utilizzati tutto l'anno.
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Denominazione di origine protetta dell'artigianato latinoamericano